Dal 1848 al 1861

 

Il ruolo della famiglia Morelli

 

D. Morelli

Nel ’48 Rogliano risente dei movimenti cosentini e vi partecipa con i suoi rappresentanti più noti e più qualificati. Tutte queste figure di liberali moderati partecipano alla rivoluzione del 1848 in Calabria, e Tommaso Ortale, diventa deputato nel parlamento napoletano. I Morelli sono ormai definitivamente per la causa liberare e Donato, dopo gli avvenimenti del 15 maggio, parte con una compagnia di valorosi roglianesi chiamati “risoluti” per il campo di Spezzano Albanese; vi sono con lui il fratello Vincenzo, Saverio Altimari, Rosario Garofalo e certamente alcuni altri contadini die Morelli. Il movimento rivoluzionali casentino è di carattere estremista e repubblicano (vi sono “comunisti”, occupatori delle terre “comuni” della Sila), è diretto dalle popolazioni dei “casali”, fortemente impegnate nella rivendicazione del diritto agli usi civici nelle terre silane, ed è guidato da Giuseppe Ricciardi, fervente mazziniano napoletano e da Benedetto Mussolino, calabrese di Pizzo, fondatore della setta dei Figli della Giovine Italia, con accenti socialisteggianti e di superamento della stessa ideologia del Mazzini. A Rogliano, paese di provincia, le differenziazioni del movimento nazionale e meridionale non assumono le stesse accentuazioni consentine, anche se le forze risorgimentali che vi erano, non si tirano indietro di fronte alle iniziative che partono da Cosenza. Vi è un forte sentimento antiborbonico non solo in casa Morelli (Carlo, Vincenzo, Donato), ma in tutto l’ambiente. V. MorelliVi sono altri gruppi dove forse è possibile individuare alcune tracce diverse: la farmacia di Giuseppe Altimari dove si fanno “discorsi criminosi” da parte di Vincenzo Minardi, Rosario Garofalo e da Rosario Mazzei; dalla stessa fonte si apprende che nel “casale” di santo Stefano in casa Mazzei si incontrano clandestinamente amici tra cui i fratelli Frugiuele da Cosenza e molti “attendibili” da Malito; e si accenna esultando alle idee di Pio IX. Non sappiamo nulla del clero e della sua partecipazione agli eventi del ’48-49. Un altro riferimento repubblicano e mazziniano lo possiamo trovare a Mangone nella famiglia Mauro. Sono i fratelli Pasquale e Giuseppe Mauro che avevano conosciuto il Mazzini ed anche Benedetto Mugolino e che si trovavano implicati in un episodio insurrezionale a Napoli con il mazziniano Elia Benza nel 1833. I fratelli Frugiuele, Pasquale e Giuseppe Mauro insieme a Tommaso Ortale dirigevano nel ’48 il Circolo Nazionale di Cosenza. Tra i documenti roglianesi vi troviamo l’attestato per Rosario Garofalo che <<ha nutrito sempre sentimenti liberarli>> e che <<dal 1844 agli ultimi avvenimenti, ha partecipato a tutte le scongiurazioni in senso liberale che hanno avuto luogo in questa provincia>>. Era stato a Castrovillari e a Spezzano a combattere contro l’esercito borbonico. Un altro documento lo troviamo anche per il Sindaco Francesco Clausi Schettini <<disarmato dal governo borbonico per aver preso parte attiva ai fatti del 1848>>.

 

 

Vincenzo Gallo 'U Chitarraru

 

Tracce di repubblicanesimo sembrano essere nel poeta romantico roglianese Vincenzo Gallo, che scrisse in quell’occasione un sonetto patriottico molto significativo, finito in mano alla polizia borbonica. Vincenzo Gallo è un poeta inedito tutto da scoprire, autore di farse popolari in cui alla fine analisi psicologica si innesta una vena paesana beffarda e sorridente in un ambiente tipicamente meridionale. Il suo teatro dialettale Carnulevàru, Trastùllu sono un’autentica presa in giro di tirannelli locali, prepotenti e avari, e di medici corrotti e ignoranti, frutto di una cultura scientifica empirica e dozzinale di fronte ad una plebe affamata e furba, bisognosa, superstiziosa, ma accorta e generosa.

 

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