Dal 1848 al 1861

 

La reazione borbonica

 

Ferdinando IILa reazione borbonica fu immediatamente vigorosa: vi furono processi, molti cittadini furono dichiarati attendibili e pericolosi. Nel “decennio” anche a Rogliano vi furono momenti difficili, e nelle carte di processi politici dell’Archivio di Stato  di Cosenza, vi sono molti roglianesi segnalati per discorsi criminosi. Il viaggio di Ferdinando II in Calabria rivelò al Sovrano sin dal 1852 lo stato di abbandono e di diffidenza in cui vivevano le popolazioni calabresi. Vi è un viaggiatore, Orazio Rilliet, ufficiale medico del 13° Battaglione Cacciatori, che un in un bellissimo diario, descrive qua e là questo stato di cose: <<Tutte le persone che incontravamo nel nostro cammino, erano armate comè abitudine del paese; ciò tradisce la differenza che ognuno porta nelle sue relazioni sociali. Incrociammo una comitiva di signori e signore che gustavano il piacere della passeggiata, con la carabina sulla spalla>>. L’11 ottobre il Rilliet è a Rogliano: <<Tutta la popolazione di belle donne raggruppata sui colli ci guarda passare>>. <<Rogliano è l’antica Rublanum, molto vantaggiosamente conosciuta per i suoi porci ed i suoi prosciutti delicati>>. Per il Savuto vogliamo riportare un’altra frase del colto Rilliet>: <<Non è possibile farsi un’idea dell’immenso sconvolgimento per il quale queste montagne sembrano qui essere state gettate a caso, formando profonde vallate che s’incrociano in tutte le direzioni, mentre da tutte le parti si innalzano quasi a picco masse imponenti di rocce e di montagne>>.Francesco II Nonostante questo stato di sospetto e di diffidenza, a Rogliano, insieme alle iniziative economiche che già conosciamo (tele di lino, arbascio, bozzoli, cera) nel 1852 Luigi D’Epiro fonda una piccola fabbrica di olio di lino e di cremore di tartaro e si procura delle macchine onde estrarre lo spirito dalle sostanze vegetali e fu elogiato dal Reale Istituto d’Incoraggiamento e dallo stesso Ministero e premiato con medaglia d’argento alla Mostra industriale del 1853. nella reazione agli avvenimenti del ’48 i Morelli furono processati. Donato fu dichiarato “attendibile”; Vincenzo fu condannato a morte per avere partecipato ad attività criminose contro la sicurezza dello Stato. La condanna fu trasformata in carcere duro. In carcere fu gravemente ammalato di una piaga cancrenosa. Nonostante le suppliche della famiglia Morelli al Sovrano, non fu concessa la grazia. Solo si permise a Vincenzo di essere trasferito al carcere di Rogliano e curato anche dai familiari. Infine ottenne la scarcerazione. Al momento dell’attentato di Agesilao Milano furono arrestati, processati e assolti Giuseppe Altimari, Antonio Minardi, Rosario Garofalo, Rosario Mazzei per aver fatto nei loro discorsi allusione a fatti di Napoli. Donato Morelli è a Napoli e partecipa con suo fratello Carlo alla riunione murattiana in casa di Andrea Colonna, dichiarandosi contrario a tale movimento, così come si esprime avverso al mazzininianesimo rivoluzionario. Non vi sono particolari avvenimenti durante la guerra ’59.

 

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